Gusberti: “La limpidezza della forma per ricordare Gandolfi”


 

Gusberti: “La limpidezza della forma per ricordare Gandolfi”

 

Da un’idea di Gioele Gusberti, dell’associazione Il Continuo di Cremona, è nato l’ Ensemble Marija Judina che il 19 marzo prossimo alle 21, alla Chiesa Maria Immacolata di Medesano, proporrà tre brani del repertorio di Mozart, uno dei quali insieme con il soprano Annamaria Dell’Oste. 

In precedenza la formazione musicale ha eseguito brani di Vivaldi e Chelleri nel concerto del 3 aprile 2014 alla Collegiata di San Bartolomeo in Busseto, con il contralto Sara Mingardo.

E’ lo stesso Gioele Gusberti che nell’intervista che segue chiarisce come sono nati i rapporti con il Centro Studi Romano Gandolfi-Favorita del Re e  lo scopo della formazione musicale stessa.

 

GioeleGusbertiCome è nato l’Ensemble Marija Judina? 

L’idea, avuta dall’amica Maria Concita Calcagno Zaccarini, prende le mosse da una necessità del Centro Studi Romano Gandolfi di avere una propria compagine strumentale; la meta non è ovviamente la densità di produzioni annue quanto la cura delle stesse in funzione all’opera di rivalutazione della figura del Maestro Romano Gandolfi.

Come mai intitolato alla pianista sovietica? 

Il nome è un omaggio ad un’interprete che ha fatto del “muove gli affetti” un propria caratteristica e che a nostra volta cerchiamo di assumere come ideale per ogni progetto proposto.

Come ha funzionato il connubio fra Medesano-Parma e Cremona?

L’incontro fortuito de Il Continuo avvenuto un anno fa con la direzione del Centro Studi ci ha trovato subito in linea, sia per gli intenti che per le affinità umane, senz’ombra di dubbio fondamentali per immaginare un cammino insieme.

Qual è la vostra proposta?

Circa la programmazione va detto che il repertorio di riferimento è italiano, in primis per l’immenso patrimonio ancora da scoprire ma anche per la naturale inclinazione degli interpreti che compongono l’Ensemble.

Come mai proponete Mozart? 

Si tratta comunque di un repertorio del Mozart italiano con un’influenza francese nel caso del Concerto per Flauto e Arpa. Sia la decima sinfonia che il mottetto Exultate Jubilate sono stati composti ed eseguiti in Italia nei vari soggiorni di un Mozart in cerca di fortuna nel Bel Paese. C’è anche una motivazione più profonda. Se si vuole educare il pubblico all’ascolto della musica “antica” sicuramente il repertorio classico è il più appropriato per la limpidezza della forma sulla quale si costruiscono i vari componimenti, il che consente all’ascoltatore di essere guidato in un percorso più chiaro.

Quali sono i legami con Romano Gandolfi? 

Come buona parte dei suoi contemporanei Gandolfi dedicò la sua vita all’Opera. Il nostro desiderio è ricominciare dove lui ha finito, celebrandolo nel decennale della morte, proprio dall’autore che egli stesso aveva proposto nel gennaio 2006, con il Coro e l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, poco prima prima della dipartita.

 

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