Febbraio per Romano: proiezione di Transitus Anime, con sopratitoli


Proiezione: 17 febbraio 2019 alle 16 al teatro Baratta di Medesano

 

transitusanimae1-romanogandolfiIl Transitus Animae è un oratorio in latino scritto da Lorenzo Perosi nel 1907, diversi anni dopo aver ricevuto la nomina a Direttore Perpetuo della Cappella Musicale Pontificia Sistina e direttore della Cappella Marciana (della Basilica di San Marco). Perosi scrisse diverse messe e molti oratori. Uno di questi, il “Mosè” fu diretto da Arturo Toscanini per la prima rappresentazione al mondo nel 1901.

Un oratorio, una preghiera drammatica quindi, il cui scopo è descrivere il momento finale della vita terrena quando il corpo è preso dagli affanni mentre l’anima, anche se inizialmente tormentata, si prepara ed è comunque pronta per ascendere alla vita eterna.

Ci si aspetta quindi un’esecuzione molto rigorosa, assoluta, rigida e inquadrata. Ma qui esce la bravura, l’estro e lo spirito di Romano Gandolfi che riesce a rendere il testo, ma ancora di più la musica, assolutamente spirituale. Da ascoltare “con la pelle”.

Le versioni più classiche di Transitus Animae sono infatti delle letture ferree, disciplinate, incatenate e incatenanti al rigore del testo sacro. Trasmettono una sensazione ermetica, distaccata dalla vita reale. 

La versione di Gandolfi è invece tutt’altro. Con piccoli guizzi e alcune sporcature create ad arte crea tutto ciò che non può essere descritto a parole, la sensazione pura, quello stimolo elettrico che colpisce direttamente lo spettatore rendendolo parte non della musica ma del preciso momento del Transito dell’Anima.

transitusanimae2-romanogandolfiIl grande esperimento di Gandolfi riesce perfettamente, inserisce la variabile umana in un testo sacro, quelle sensazioni della vita reale che il testo, ma nemmeno le parole, possono spiegare. Fa comprendere meglio che nelle versioni “classiche” l’impotenza dell’uomo al momento della morte, per esempio, accentuando i toni gravi e drammatici.

Il suo strumento più forte è comunque il coro che fa cantare “coperto”, scuro ma non per questo opaco. Qui sta l’esperienza di un grande direttore.

Nella sua perfezione trasmessa da Dio, l’uomo è comunque imperfetto. Ecco la lezione di Gandolfi. Il suo Transitus Animae non è quindi perfetto, dichiarato, decantato. Non è una recitazione o la lettura di un testo ma è la pura espressione di tutto ciò che nell’uomo non è corporale.

Il testo latino, non facile da comprendere, diviene quindi coinvolgimento puro, tanto che le parole perdono di significato perché la vera passione è ciò che l’unione fra musica dell’orchestra e il canto del coro riesce a trasmettere tanto da divenire sensazione pura. Estasi.

Quel “in pace” cristallino, limpido ma graffiato, appena pronunciato – nella parte finale dell’oratorio – è pura luce. Trasmette molto più di una semplice parola, apre uno squarcio verso un altro mondo, annulla e dilata il tempo. Si prova la serenità e l’allegria di quell’anima ormai traslata nella luce, più leggera dell’aria in un diverso mondo in cui nulla è più di quel che era prima. Pura spiritualità a cui le parole non possono arrivare. 

NOTE DELLA VERSIONE

Il filmato è tratto dalla collezione privata di Romano Gandolfi. E’ stato convertito in digitale così da poter processare il suono, per quanto possibile, ottenerne una versione migliorata e in stereofonia.

Sono stati inoltre aggiunti i sopratitoli in italiano per agevolare lo svolgimento. 

L’esecuzione è stata registrata l’8 ottobre 1999 nella chiesa del Suffragio di Rimini 

Soprano: Barbara De Maio

Orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”

Coro Lirico della Città di Rimini “Amintore Galli”

Direttore del Coro: Roberto Parmeggiani

Direttore d’orchestra: Romano Gandolfi