Medesano


Benvenuti a MEDESANO

ricerca storica di Silvio Marvisi

(clicca per inviare un’email)

 

Il municipio di Medesano e il suo gonfalone

Il municipio di Medesano e il suo gonfalone

 

Di seguito potete trovare una serie di notizie storiche, turistiche, statistiche e molto altro legato al paese di Medesano in Provincia di Parma. E’ il paese che nel 2013 ha passato i 10.500 abitanti in cui sono nati, oltre a Romano Gandolfi, il poeta Pier Luigi Bacchini e l’architetto Paolo Zermani giusto per nominare le personalità di spicco. La nuova stella è Enrico Giuseppe Iori, cantante lirico attivo nei teatri più prestigiosi a cui è dedicata una voce a parte.

 

clicca sul titolo per aprire le notizie

La politica

Alla guida della municipalità c’è Roberto Bianchi (29 ottobre 1955), eletto a capo di una lista civica l’ultima volta l’8 giugno 2009. Non potrà ricandidarsi ulteriormente alla carica di sindaco per aver già espletato due mandati consecutivi (il massimo attualmente consentito dalla legge).  E’ infatti stato eletto al primo mandato il 12 giugno 2004, in precedenza il sindaco era Gianpaolo Cantoni. Il secondo mandato ha invece avuto inizio a seguito delle elezioni del 6-7 giugno 2009 da cui ha ottenuto oltre il 70% delle preferenze.

Nel 2012 il Comune di Medesano, insieme a Sorbolo, si è aggiudicato la quinta edizione del premio “Un Comune per amico”, istituito dalla Provincia, dal Comitato italiano paralimpico (Cip) e dall’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic). Un riconoscimento nato per premiare le amministrazioni del territorio che si sono maggiormente distinte nell’abbattimento delle barriere architettoniche, soprattutto in ambito sportivo. In questo caso il lago di Medesano è stato reso accessibile anche alle persone con disabilità

Un po’ di statistiche

Il Comune di Medesano è annoverato fra quelli della provincia di Parma per il più alto tasso di natalità, per le comunità superiori ai 5mila abitanti, che nel 2012 ha raggiunto +11,3% mentre pare sia attestato a +18% per il 2013. L’età media degli abitanti è di 42,8 anni mentre il reddito medio – secondo le statistiche – è di 13.425 euro pro-capite. La variazione di popolazione negli ultimi duecento anni è sensibile. Il minimo storico si raggiunge infatti nel 1861 (successivo all’Unità d’Italia) con 4370 residenti, il massimo invece è stato raggiunto nel 2012 – secondo le ultime statistiche – con un 17,8% di incremento ovvero 10768 residenti. Incrementi di tale portata sono stati registrati solo nel 1911 e nel 1921. Riguardo alla composizione delle 4.566 famiglie non vi sono variazioni di sorta negli ultimi 10 anni. Il numero medio dei maschi era infatti al 49,3% nel 2001 mentre nel 2012 si attesta al 49,6%. La mortalità ha toccato il suo massimo nel 2005 con il 13,4% dei decessi registrati rispetto alla popolazione. I fenomeni migratori sono in calo, se nel biennio 2006-2007 hanno raggiunto il picco massimo facendo registrare +28% e +29,7% rispettivamente, nel 2012 le migrazioni si sono limitate all’11,5%. Stabili inoltre le classi di popolazione per fasce d’età: nel 2007 la fascia over 65 raggiungeva il 20,2% della popolazione, la stessa identica raggiunta nel 2012. Stesso discorso per le altre fasce, i giovani sotto i 14 anni sono passati dal 13,7% al 15%. Gli stranieri hanno visto un aumento negli ultimi anni passando dai 697 registrati nel 2005 ai 1257 del 2010, vanno così a costituire l’11,7% della popolazione locale. I più vengono dal Marocco – secondo le statistiche – seguiti da coloro che provengono da Albania, Romania e Moldavia. I redditi imponibili Irpef sono aumentati dal 2005 passando da 5.901 dichiaranti a 6.456 per un importo totale passato da oltre 123 milioni di euro a oltre 148 milioni nel 2011.

Medesano: la “terra di mezzo”

Il territorio è immerso fra il verde della campagna della fascia pedemontana e le acque termali delle frazioni di Sant’Andrea Bagni, Ramiola e Varano Melegari conosciute fin dal tempo dei romani. Anche per questo motivo rientrava fra i migliori punti d’appoggio per i pellegrini della Via Francigena. Medesano ha origini antichissime. Il territorio è formato da colline e altipiani ed è percorso dal fiume Taro che ne ha modellato la morfologia. I ritrovamenti del Neolitico non lasciano dubbi, quando le acque del mare occupavano ancora le vallate del parmense, gli uomini preistorici si erano già insediati nell’area del medesanese dove potevano trovare spazio per le colture e, allo stesso tempo, selvaggina dai boschi della zona. Di fatto Medesano è sempre stato un importante punto di passaggio. Da qui passava l’antica strada consolare romana chiamata “Via de Scaure” fatta tracciare da Marco Emilio attorno al secondo secolo avanti Cristo che passava per Noceto fino a Medesano, Felegara, Ramiola e Fornovo per attraversamento del fiume Taro. Il nome riportato nelle cronache infatti parla di “un accampamento delle terre di mezzo” ovvero il Castrum Medexanis (come indicato in età imperiale) o il Medianum che alcuni studiosi hanno potuto riscontrare nella tavola bronzea della Lex Alimentaria di Traiano, rinvenuta a Velleia in provincia di Piacenza. Il nome Medesano potrebbe anche derivare dalle fonti salutari di acque “medacianum” da cui, per abbreviazione, “Medexano”.

Un crocevia strategico

Si ipotizza che il Poggio dove è poi sorto il castello fosse già una rocca fortificata in epoca romano bizantina, perché era il punto di passaggio obbligato per l’attraversamento del Taro tra Medesano, e Felegara, per arrivare a Oppiano sulla sponda destra del fiume in modo da raggiungere Fornovo, Bardone, Berceto (che in antichità regnava sull’intera Garfagnana) e il Passo della Cisa. Medesano iniziò a svilupparsi con l’arrivo dei Longobardi attorno al 568 d.C., i punti di accoglienza venivano gestiti dai Cavalieri di Altopascio. Ulteriore impulso allo sviluppo arrivò intorno all’805 d.C. anche se il castello vero e proprio fu costruito da Oberto I Pallavicino solo dopo il 1140, distrutto e ricostruito più volte. Divenne sempre più un punto strategico di predominio. Il Vescovo di Lucca Iacopo nel 805 acquista dal parmense Gariperto alcuni terreni forti della della loro funzione di nodo viario e strategico. Il nome di “Metane” – quello il nome dato ai terreni del medesanese – compare poi nell’835 nel testamento della regina Cunegonda e, ancora, nell’883 quando l’imperatore Carlo il Grosso scende in aiuto dell’amico Cristoforo, un “homo parmensis” ingiustamente espropriato dei suoi beni da un tal Wiclando.

L’itinerario di Sigerico

Medesano è annoverata nell’itinerario Sigerico ovvero nella relazione di viaggio più antica in riferimento alla Via Francigena o Romea (da non confondere con la statale Romea sulla costa adriatica), il percorso di pellegrinaggio che da Canterbury portava a Roma e che costituiva, in epoca medioevale, una delle più importanti vie di comunicazione europee. Il percorso fu compiuto nel 990 da Sigerico di ritorno da Roma dove aveva ricevuto il Pallio dalle mani del Papa. L’arcivescovo inglese descrisse le 79 tappe del suo itinerario verso Canterbury, annotandole in un diario, con descrizioni molto precise anche riguardo i punti di sosta. Le informazioni contenute nella cronaca di Sigerico, così come quelle del Leiðarvísir di Nikulás da Munkaþverá, partito dall’Islanda, sono molto utili per stabilire quale fosse il tracciato originario della Francigena. L’itinerario diventò di vitale importanza quando il re longobardo Rotari conquistò la costa ligure e la fortezza della Cisa così da creare l’importante via di comunicazione da cui prese impulso l’intero sviluppo della regione. In Emilia Romagna sono citati: Sce Moderanne, l’attuale Berceto, Phi­lemangenur, oggi Felegara, Metane, ovvero Medesano (o forse Costamezzana nel comune di Noceto), Sce Domnine, cioè Fidenza, Floricum, l’attuale Fiorenzuola d’Arda e Placentia, oggi Piacenza.

Le guerre e battaglie per Medesano

Che Medesano fosse un punto cruciale lo si può notare anche dai continui scontri fra casati per il dominio del territorio. Venne a trovarsi al centro delle contese tra Parma, Piacenza e Borgo San Donnino tanto che fu devastato più volte. La prima distruzione del castello è del 1153, a soli otto anni dalla sua costruzione, sotto gli attacchi dei fratelli Delfino e Guglielmo Pallavicino, poi dei Piacentini. Durante le lotte fra guelfi e ghibellini l’imperatore Federico II raduna le sue truppe e si arrocca a Medesano, nel 1247. Dopo un periodo di dominazione guelfa il castello viene riportato da Jacopo da Corazzano, alleatosi con la famiglia dei Rossi di San Secondo, alla causa ghibellina nel 1312. Ottanta anni dopo il borgo torna nelle mani dei Pallavicino. La rocca passò poi nelle mani dei Da Torreggio, ma fu distrutta nel 1416 da Galeazio da Correggio, mentre alla fine del XVI secolo passò ai Corazzano prima di diventare di proprietà dei Sanvitale.

La leggenda di Carlo VIII

Nel 1494-95 Medesano fu “visitata” per ben due volte dall’esercito francese di Carlo VIII, prima nella sua discesa verso Napoli (25 Ottobre 1494) e poi al suo ritorno (6 Luglio 1495). La stessa data in cui l’esercito dei Collegati sbarravano il passo, tanto che si arrivò allo scontro. La notte prima della battaglia fra il 6 e il 7 luglio 1495 – narra la leggenda – Carlo VIII riposò alcune ore su un grosso sasso, meditando il da farsi. Lo stesso sasso conservato a modo di reliquia monumentale all’angolo fra la strada Statale 357 (Noceto-Fornovo) e l’inizio di via Grossardi.

La chiesa dedicata a San Pantaleone consacrata da Conforti

Oltre alla chiesa di Costa Mediana Garibalda (uno dei simboli posti su un crinalino, un “faro” per i pellegrini della via Francigena) si accenna nel “Capitulum seu Totulus Decimarum” del 1230 a una chiesa intitolata a San Pantaleone. Nel 1354 la chiesa viene citata nell’Estimo della Diocesi di Parma mentre duecento anni dopo è stata costruita in Val Campanara una nuova chiesa, sempre dedicata a San Pantaleone, che svolse la sua funzione sino alla costruzione di quella attuale. Nel 1908 la vecchia costruzione venne dichiarata inagibile e il 12 gennaio del 1913 fu posata la prima pietra della nuova chiesa completata solo nel 1928 per problemi economici. Venne consacrata dal Beato Monsignor Guido Maria Conforti. Il primo campanile era alto 35 metri; grazie al lascito di Don Sigismondo Corradi 
nel 1960 venne elevato a 51 metri. A causa dei continui passaggi di potere il territorio di Medesano non ha mantenuto bellezze artistiche. Da ricordare però la Chiesa di San Michele a Roccalanzona, la cui volta con la Trinità fu affrescata nel 1759 da Antonio Bresciani.
Vi sono conservate cinque tele dello stesso artista oltre ad una statua lignea di Sant’ Antonio Abate (prima metà del Settecento) e il gruppo dell’Annunciazione (1750-’60 circa). Nella Chiesa di Santa Lucia si possono ammirare una tela del Battesimo di Cristo e un affresco del 1759, sempre di Antonio Bresciani.


Il Museo di Storia e Civiltà

Per non dimenticare la storia e la cultura locale è stato creato il Museo di Storia e Civiltà, nel complesso parrocchiale di Varano Marchesi. Nella prima sezione sono raccolte le testimonianze che documentano la vita rurale del luogo, grazie alla collezione donata da Marco Pometti al Comune. Un’ulteriore sezione è invece dedicata alla storia della valle, a partire dall’epoca romana fino all’Ottocento. Della raccolta Pometti fanno parte attrezzi per le attività artigianali di fabbri e falegnami, strumenti per il lavoro agricolo, come mazzette tagliafieno e falcetti da strame. Oppure per la produzione del vino o utensili di uso domestico, per la lavorazione della lana e della canapa. Spazio anche agli oggetti da cucina fra cui spicca un torchio per fare gli spaghetti. Per raccontare la storia del luogo non potevano mancare le monete, emesse dagli imperatori Domiziano e Massenzio fra il I e IV secolo d.C. ritrovate in zona. Si può anche vedere il calco della Pietra Giubilare di Roccalanzona (1300), il cui originale è conservato a Parma nella Galleria Nazionale.

La corsa al petrolio

La piccola frazione di Miano era conosciuta già dal 1199 per le miniere di sale a Salsominore, una di queste fu infatti acquistata dalla marchesa Soleste di Pellegrino. Ma quello che più importava era l’olio di pietra – il petrolio – scoperto già nel 1400. Miano era nota a studiosi e scienziati perché dalle viscere del suo sottosuolo sgorgava “l’olio di sasso”, così i pozzi di Miano furono i primi ad essere scavati nella provincia di Parma. Il liquido estratto, in buona quantità e di ottima qualità, serviva per illuminare Parma, Borgo S. Donnino (l’attuale Fidenza) e la città di Genova. Inutile dire che in quel periodo si vennero a creare molte attività lavorative, impegnando molto personale in ricerche e perforazioni con risultati alterni, fino al totale abbandono dell’attività. I pozzi raggiunsero delle profondità molto elevate (oltre 1400 metri) nel Rio Campanara, nel Rio Bargello, nel Rio Lombasino, in quello delle Fontane e nel Rio Lidani.

 

 clicca sull’immagine per scaricare il ROAD BOOK della Via Francigena (da Fidenza a Fornovo PDF 2 Mb)

ViaFracingena